La data di nascita del Palazzo della Borsa può essere fissata nel giorno 29 dicembre del 1948, alle ore 18, allorché la Giunta della Camera di commercio, industria ed agricoltura presieduta dal Sen. Avv. Vittorio Minoja approva la sistemazione urbanistica dell’intero isolato retrostante al Palazzo Ex Governatore, in quel momento occupato dal mercato coperto e dalla piazzetta di S. Gervaso.
Un mercato, annota la delibera, “gestito in modo non rispondente a moderne concezioni di funzionamento e che, d’altra parte, non dà alcun gettito alla Camera di Commercio”. Una valutazione evidentemente condivisa dal Comune di Piacenza che, il 27 novembre dell’anno precedente, aveva dato disdetta ai concessionari dei posteggi, intimandone il rilascio entro il 6 gennaio del 1949. L’intento dell’ente camerale è indicato nella volontà di incoraggiare “l’inizio della ricostruzione edilizia nella nostra città fino ad ora non ancora avviata”, nella consapevolezza che con i lavori progettati “si raggiungerà contemporaneamente lo scopo altamente sociale di alleviare in misura sensibile la disoccupazione particolarmente grave nel periodo contingente”.
Le modalità operative dell’operazione sono già indicate in quella delibera e consistono essenzialmente nella cessione dell’area al soggetto privato che si sarebbe impegnato a realizzare “un edificio di alto decoro architettonico che comprenda un corpo di fabbrica dello spessore di circa m. 13 con fronte su Largo Romagnosi [ora Matteotti] e Via Cittadella su una superficie di circa mq. 600 e una piazza coperta da adibirsi a Borsa degli Affari”. La valutazione dei progetti viene affidata ad una commissione composta, oltre che dal Presidente Minoja, dall’ing. Renato Galletto e dall’arch. Piero Portalupi di Milano.
> Scarica l'intero articolo “da Urtiga, Piacenza, n. 30-2022”